Vitigni: da Doux D’Henry a Erbaluce

22 Febbraio 2013

DOUX D’HENRY

Origini
Presente esclusivamente nella zona pedemontana del Pinerolese, in provincia di Torino, questo vitigno a bacca nera deve il suo nome a Enrico IV, Re di Francia, il quale, recatosi all’inizio del ‘600 in Piemonte per la firma di un trattato con Carlo Emanuele I di Savoia, apprezzò a tal punto il vino ricavato da questa varietà che esso fu chiamato “Dolce d’Enrico”.

Caratteristiche del vino
Vinificato in purezza, genera vini leggeri, di medio corpo, gradevolmente profumati, tutelati da una DOC specifica, la Pinerolese Doux d’Henry.

Maturazione Medio tardiva, produttività incostante e buona vigoria.

Sinonimi Gros d’Henry, dolce d’Enrico

 

DURASA

Vitigno a uva nera, coltivato in Piemonte, soprattutto nel Canavese e nella provincia di Novara. Si presume che il Neretto duro, un vitigno piuttosto comune nel novarese, sia un biotipo della Durasa.

 

DURELLA

Origini
Vitigno a uva bianca, coltivato in Veneto in aree limitate delle province di Vicenza e Verona. L’Acerbi (1825) rivela la presenza di una Durella coltivata nella provincia di Vicenza, e una nell’Oltrepò, con caratteristiche molto simili. Più volte, nel passato, è stato confuso con il Nosiola.

Caratteristiche del vino
Il vino che si ricava, secondo la definizione canonica, viene definito “asciutto, acidulo, di corpo, leggermente tannico, dal profumo vinoso e delicato” e raggiungendo gli undici gradi, gli viene attribuito la qualifica di “superiore”.

Sinonimi Cagnina, rabbiosa, duracino, durello.

 

ENANTIO

Origini
L’Enantio è un vitigno di origini antichissime, autoctono della parte più meridionale della Vallagarina. Il nome Enantio si richiama agli scritti di Plinio il Vecchio (I secolo d.c.), che nelle sue Naturalis Historiae citava le Enantinae Uvae coltivate in questa parte della Retia, da cui si otteneva un vino “selvatico” dalle decantate proprietà medicinali. Era apprezzato dai contadini lagarini per la sua naturale resistenza ai più comuni agenti patogeni della vite e per la buona resa. Coltivato su larga scala, forniva la base per i vini rossi che resero famosa la Terra dei Forti nell’Impero Austroungarico. Con il trionfo dei vitigni “internazionali” l’Enantio sembrava destinato a scomparire e per questa ragione un gruppo di produttori locali ha dato vita al Consorzio volontario di tutela che ne garantisce oggi la tipicità e la qualità. I primi studi documentati e condivisi su questo vitigno risalgono al 1964, con numerose prove di micro-vinificazione, anche con l’aggiunta di uve bordolesi.

Caratteristiche del vino
Il colore rosso rubino compatto mette in risalto la grande consistenza di questo vino. Il profumo è deciso, fine e particolare, con sensazioni balsamiche e vegetali fresche di rucola e tabacco che si distendono su un fondo di confettura di frutta rossa. Al gusto il vino si presenta con una notevole struttura, con sapidità e tannini ben delineati ed equilibrati, che conferiscono una piacevole morbidezza. Il finale è lungo con una buona persistenza aromatica nella quale ritornano i toni della confettura di frutta rossa ed una delicata scia di cacao.

 

ERBALUCE

Origini
L’Erbaluce, noto ai tempi dei romani come Alba Lux (luce dell’aurora), è un antico vitigno piemontese. Alcune fonti ritengono che si possa trattare di una variante del Fiano, portata in Piemonte dai Romani.
Altri credono che sia originaria della zona prealpina del Canavese. Il suo alto livello di acidità e la sua fragranza aromatica ne fanno una buona varietà sia per la produzione di spumanti che per l’appassimento.
L’Erbaluce è la componente primaria di uno dei vini bianchi più fruttati e gradevoli del Piemonte, la doc Erbaluce di Caluso o Caluso.
La zona di produzione è limitata ad un piccolo territorio disteso intorno al comune di Caluso in provincia di Torino.
La versione ferma ha una fine e gradevole fragranza, ma un bicchiere di spumante Erbaluce è un delizioso aperitivo o, se centellinato nel pomeriggio sgranocchiando qualcosa, una buona alternativa al tè delle cinque.
Questi vini sono da bere giovani, per godere in pieno della loro fresca attrattiva. Il Caluso Passito, delizioso vino da dessert, è forse il prodotto più noto della zona. I grappoli scelti per la sua produzione vengono lasciati ad appassire fino a Febbraio o Marzo. A questo punto, i livelli dello zucchero sono molto alti e la successiva fermentazione può durare circa un mese. Il vino viene quindi invecchiato in botti di rovere per quattro anni prima di essere immesso sul mercato.
Da circa 100 chili di grappoli freschi si possono ottenere 30 litri di Passito di Caluso. Ogni anno vengono prodotte da 25.000 a 30.000 bottiglie. Con una gradazione minima di 13,5° e la sua ricchezza di profumo, questo vino può continuare ad evolversi senza problemi per dieci o più anni. Il “Passito di Caluso liquoroso”, anch’esso prodotto in zona è un vino che prevede l’aggiunta di mistella e si presenta con una gradazione di 17°.
L’Erbaluce è anche l’unica uva presente nella doc Canavese Bianco, la cui zona di produzione si trova principalmente in provincia di Torino.  Questo vino è secco e ha una gradazione minima di 10°. Tuttavia, alcuni, come il fragrante e fruttato Canavese Bianco del Castello di Loranzè di Ferrando, possono arrivare a 13°. Lo stesso vitigno concorre al 100% nelle doc Coste della Sesia Bianco e Colline Novaresi Bianco.

Caratteristiche del vino
L’Erbaluce secco si presenta giallo oro pallido. Nel naso propone fresche note di fiori selvatici e fieno e sul palato toni decisi, eleganti ed equilibrati di frutta.

C’è chi vi trova un sentore morbido di agrumi e la sensazione estremamente fascinosa del miele senza la dolcezza.
Il Caluso Passito si distingue per il suo giallo ambrato, per il profumo che ricorda quasi la castagna e per il sapore certamente nobile e corposo, ricco di stoffa vellutata.

Sinonimi  Albaluce, Erbalucente Bianca, Greco Novarese.

 

Autore: Tommaso Aniballi

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