Il caffè sospeso

25 Marzo 2014

Napoli, una città spesso denigrata ed additata per le combine, le truffe e i raggiri è anche quella che non ti aspetti, che ti stupisce in ogni senso, anche per abitudini che sembrano non appartenergli.

 

Lo stereotipo, si sa, è cosa assai discutibile perché generalizza i comportamenti di alcuni e li fa diventare abitudini di un gruppo, di una comunità o di un intero popolo. Nell’immaginario collettivo, spesso, il napoletano è considerato un mariulo, colui che è sempre pronto ad approfittare di te per fare il proprio interesse. Invece si scopre che proprio a Napoli nasce l’abitudine del “caffè sospeso” una pratica che, in questo periodo di crisi economica, è tornata in voga al punto che dal 2011 la “Rete del caffè sospeso” ha istituito “La giornata del caffè sospeso” con il sostegno del sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Ma di cosa si tratta esattamente? E’ una pratica che risale all’800 e consiste nel lasciare un caffè pagato, oltre il proprio, per un avventore indigente che avrà così la possibilità di consumarlo gratis.

Svegliandosi di buon umore o a seguito di un evento che aveva procurato una condizione di felicità durante il corso della giornata, si lasciava un caffè pagato che la cassiera provvedeva a registrare prontamente su di un quadernetto dalla copertina nera e i fogli dal colore seppiato come quello delle vecchie foto ingiallite dal tempo. L’offerta era per chi fosse entrato dopo, per colui che affacciandosi nel locale avesse chiesto: c’è un caffè sospeso disponibile? Queste erano persone povere che ricevevano un gesto di solidarietà attraverso un prodotto molto apprezzato a Napoli: la tazzulelle ‘e café.

Era una condotta talmente radicata e fedelmente rispettata che i baristi non avrebbero nemmeno lontanamente pensato di approfittare della situazione incassando impropriamente il caffè sospeso senza elargirlo a chi ne facesse richiesta.

Questa abitudine la si ripropone oggi come esempio di simpatia umana e di civiltà. Nel 2008 Luciano De Crescenzo ha raccolto ed elaborato una serie di articoli di giornale sull’argomento e ne ha realizzato un libro con considerazioni ed aneddoti intitolato Il caffè sospeso, mentre un progetto in rete dedicato a questa nobile pratica, è nato con lo scopo di scambiarsi idee, progetti e prodotti culturali.

Il caffè a Napoli rappresenta qualcosa di più di un semplice gesto o di una pausa quotidiana. Ad esso sono legati la storia, la tradizione e il costume di questa città. Da prodotto pregiato riservato alle persone facoltose, di cui il Caffè Gambrinus ne è tuttora una viva testimonianza, a bevanda citata nelle piéces teatrali di De Filippo, al cinema di Totò, alle canzoni di Fabrizio De Andrè, Domenico Modugno e Pino Daniele.

Luciano De Crescenzo, nel suo libro Così parlò Bellavista, racconta un episodio esilarante che riassume molto bene cosa sia il caffè a Napoli. In Via Toledo un signore sale sull’autobus con la sigaretta accesa. “Giovanotto – grida il conducente – sull’autobùs è vietato fumare ! Sì, lo so – replica il tale – ma m’aggio pigliato mo’ ‘o ccafè. – Allora va bene “ ribatte l’autista.

caffettiera-napoletana

A Napoli appartiene anche la storica preparazione del caffè alla napoletana, realizzata con l’analoga caffettiera (cuccumella in napoletano) in alluminio. Rimasta in voga fino a circa la metà del XX secolo, è ormai quasi del tutto scomparsa. Veniva utilizzata nelle case della maggior parte degli italiani prima che la moka ne prendesse del tutto e definitivamente il posto. La bevanda che se ne otteneva era piuttosto leggera ma gustosa, una via di mezzo tra il caffè all’americana e quello realizzato attualmente con la moka.

Da queste brevi considerazioni si evince come l’abitudine del caffè sospeso potesse nascere solo a Napoli.

La cosa interessante è che tale abitudine si sta propagando in tutta Europa. Dopo Parigi anche Sofia in Bulgaria, Belgio e Gran Bretagna.

Qualcosa di simile si registra anche in Canada (suspended coffee), ma è a Buenos Aires che troviamo il corrispettivo fenomeno napoletano.

Il cafè piendiente” è ciò che a Napoli si chiama caffè sospeso. L’iniziativa prevede il pagamento anticipato di un caffè e, a volte, anche di una brioche (medialuna) per chi non può permetterselo, un gesto importante rivolto a chi è costretto a vivere in strada.

Qui un gruppo di giovani ha realizzato anche un sito internet (www.uncafependiente.com.ar) per promuovere ed allargare tale abitudine alle altre città argentine in vista di una maggiore solidarietà tra le persone.

Anche il Italia è nata una rete (www.retedelcaffesospeso.com) nella prospettiva di estendere il concetto del mutuo soccorso. Il sito, fondato da un gruppo di festival del cinema, è diventato un punto di riferimento dei locali che hanno adottato la pratica del caffè sospeso.

 

Franco Tacconelli

 

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