I tappi di sughero per il vino

26 Febbraio 2011

tappi-variIL sughero è un prodotto naturale, ricavato dall’estrazione della corteccia della Quercus suber L, comunemente definita, non a caso, quercia da sughero. Si tratta di una pianta sempreverde che cresce nelle regioni del Mediterraneo, quali l’Italia (principalmente Sardegna, regione dalla quale proviene il 90% della produzione nazionale), il Portogallo, la Spagna, la Francia, il Marocco e l’Algeria. Il sughero è un materiale che possiede caratteristiche uniche, difficilmente riproducibili artificialmente: risulta leggero, elastico, comprimibile e resistente alle abrasioni. Possiede, inoltre, eccellenti proprietari isolanti, acustiche e termiche, oltre che ignifughe. Si tratta, tra l’altro, di un prodotto completamente naturale, riciclabile e riutilizzabile, il che lo rende definibile un materiale ecosostenibile. La suberina rappresenta la sua componente principale (per circa il 45%) ed è, a sua volta, composta da acidi grassi e alcol organici, che rendono il prodotto impermeabile ai gas e ai liquidi. Tale sostanza, inoltre, “lega” le celle, che ne compongono la parete strutturale a forma di prisma pentagonale o esagonale. Una simile struttura e la particolare posizione, fanno sì che il sughero risulti elastico e isolante, oltre a farne un pessimo conduttore termico. Nella sua composizione figura, inoltre, lignina, vale a dire una componente legante (per il 27%), polisaccaridi (12%), acido tannico, che contribuisce a donargli il colore (per il 6%), acqua, glicerina e altri elementi (4%).

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Proprio grazie a questi particolari caratteristiche naturali il sughero, trasformato in tappo, sembrerebbe rappresentare il tipo di chiusura ideale delle bottiglie di vino, cioè la migliore soluzione possibile rispetto a qualunque altro materiale naturale o artificiale. Una delle caratteristiche peculiari della quercia da sughero è, certamente, la sua particolare longevità,ovvero la sua vita media, corrispondente a circa duecento anni, associata a una grande capacità di rigenerazione: durante il ciclo vitale della pianta, infatti la corteccia si rigenera circa ben 16 volte. 

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La decortiva, l’operazione attraverso la quale il sughero viene prelevato dalla quercia, è un processo estremamente rispettoso dell’ambiente e della pianta stessa e può essere paragonato alla tosatura  di una pecora. Viene effettuata solo nei mesi di maggio, giugno e luglio, quando la linfa si posiziona tra il fusto della pianta e la corteccia ed è quindi possibile toglierla agevolmente. Si tratta di un’operazione esclusivamente manuale, realizzata da tecnici esperti, e rappresenta una delle attività agricole meglio pagate al mondo, poiché solo un numero esiguo di persone possiede le competenze e la manualità necessarie al suo espletamento. 
È importante sottolineare che ol sughero  mediterraneo risulta alla base di un sistema ecologico unico al mondo. Ad esso è, infatti, legata la sopravvivenza di numerose specie di fauna autoctona (24 specie di rettili e anfibi, 160 di uccelli, 37 di mammiferi), nonché la salvaguardia dell’ambiente. Questo ecosistema include varie specie di formiche, api, farfalle, nonché la lince iberica, il felino a maggior rischio di estinzione (solo un centinaio di esemplari ancora in vita) a cui le foreste di querce da sughero offrono cibo, riparo e possibilità di riproduzione. A ciò si aggiunge un’ampia varietà di uccelli, di cui alcuni in via di estinzione come l’avvoltoio monaco, la cicogna nera e l’aquila imperiale. 
decortiva-1I sughereti del bacino del Mediterraneo non implicano solo la preservazione della biodiversità, ma svolgono un ruolo fondamentale anche nella lotta contro la desertificazione, contribuendo al mantenimento del suolo, aumentandone la capacità idrica e agendo come efficace barriera contro l’avanzamento del deserto nei Paesi nord africani e del sud Europa. La produzione di sughero, inoltre, crea migliaia di posti di lavoro ed è stimato che più di 100.000 persone nel Mediterraneo dipendono direttamente o indirettamente da questo tipo di industria. Tale produzione nel nostro pianeta raggiunge, attualmente, circa 300.000 t annue, il 52% delle quali si deve al Portogallo, indiscusso leader mondiale, mentre l’Italia si piazza, tra i produttori, al terzo posto con il 5,5%. Le aziende portoghesi operanti nel settore del sughero producono circa 40 milioni di tappi al giorno e contano circa 12.000 lavoratori. Tale attività rappresenta un fattore molto importante per l’economia del Paese, se si pensa che nel 2008 ha raggiunto un valore di 824 milioni di euro. I prodotti maggiormente esportati sono, ovviamente, i tappi  (552 milioni di euro) e i materiali per la bioedilizia (165 milioni di euro). 

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L’Europa, nel complesso, è il maggiore importatore dal Portogallo, mentre in termini di volumi, i tre paesi che principalmente importano sono: Francia (18,8%), USA  (16%) e Spagna (11,6%). Amorim Cork Group, una delle più grandi multinazionali di origine portoghese occupa, all’interno del mercato internazionale, un ruolo di leadership, prooducendo da sola oltre il 25% della globalità dei tappi di sughero, cioè 3 miliardi di unità all’anno su un totale di 12 miliardi. Fondata nel 1870 da Antonio Alves  de Amorim,  produttore di tappi a Vila Nova de Gaia,  vicino a Porto, seconda città del Portogallo, è tutt’oggi proprietà della medesima famiglia giunta ormai alla quarta generazione. Oltre a essere il primo produttore mondiale di chiusure in sughero, Amorim si occupa anche della produzione, per mezzo di agglomerati in sughero, di coperture per pavimenti e parquet, ma anche di componenti per equipaggiamenti sofisticati, ad esempio per le automobili, le centrali nucleari e per le stazioni spaziali. 

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Per contrastare il grave problema del “sapore di tappo”, dovuto alla presenza nelle sughero del Tca (tricloroanisolo), grazie agli studi all’avanguardia del proprio dipartimento di ricerca e sviluppo, l’azienda portoghese applica una particolare strategia preventiva. Le sughero viene sottoposto a bollitura grazie a un processo innovativo ad acqua circolante. Successivamente avviene la vaporizzazione in contenitori senza pressione a una temperatura compresa tra i 105 e i 115°, con un sistema, introdotto dal 5 gennaio del 2009, che ha permesso di ridurre il Tca del 40%, abbattendone drasticamente la soglia di percezione. 

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E, inoltre, è stato realizzato il sistema Rosa (Rate of Optimal Steam Application), un processo di rimozione, della durata di un’ora, del Tca dai granuli, basato sul principio della distillazione a vapore controllata, e anche il Rosa Evolution, che ha consentito, attraverso un processo della durata da una a quattro ore, di rimuovere di fatto il Tca dai tappi di sughero, riducendo di ben l’80% il livello. Con le sue 22 filiali il gruppo è presente in ogni paese vitivinicolo del mondo. Nella nostra penisola, che rappresenta il secondo paese imbottigliatore al mondo ha, ad esempio sede la Amorim Cork Italia che, da tre anni, è diventata l’azienda leader nel mercato nazionale. Fondata nel 1999 a partire da una partnership  con un’altra azienda che operava nel mercato della distribuzione di tappi di sughero sin dal 1970, la società ha insediato il proprio stabilimento a Conegliano, nel cuore dei colli trevigiani, e fornisce tappi in tutto il paese. 

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Amorim Cork Italia, di cui Carlos Santos è amministratore delegato, conta 32 dipendenti e una forza commerciale composta da 25 agenti e tre addetti commerciali. Nel 2009 ha venduto oltre 300 milioni di tappi per un fatturato di oltre 29 milioni di euro. Le fasi produttive che avvengono in Italia sono principalmente quelle della personalizzazione del prodotto con quattro differenti sistemi di timbratura (a fuoco, a induzione elettrica, tramite laser e ad inchiostro). A Conegliano si effettua lo stoccaggio di 30 milioni di tappi di tutte le tipologie, con una rotazione media di 40 giorni. Vi è, inoltre, operativa una camera di stabilizzazione a trattamento microbiologico, nonché l’ufficio di controllo di qualità. Dalla fine del 2009 Amorim Cork Group è impegnata in un progetto pilota, nell’area di Valdobbiadene (Tv), denominato “Tappoachi?”, per la raccolta e il riciclo dei tappi di sughero. In soli pochi mesi ne sono stati raccolti oltre 220 chili. Il progetto sperimentale è stato proposto da Rilegno, dal  Consorzio per i servizi di igiene del territorio (Cit)  e da Savno (Servizi ambientali del Veneto nord orientale). tappi-1Il comune di Valdobbiadene, noto per la produzione del vino prosecco, è stato scelto quale apripista di questo progetto in quanto con i suoi 11.000 abitanti e la presenza sul suo territorio di numerosi wine-bar, enoteche e ristoranti, rappresenta un ideale area di test. Amorim acquista i tappi raccolti, poi il sughero viene smistato e separato da eventuali materiali estranei, quali plastica, carta o metallo e, successivamente, macinato, compresso e trasportato negli stabilimenti portoghesi, dove viene rimacinato e lavorato per poter essere riciclato.

 

Autore: Tommaso Aniballi (Tratto dalla rivista Devinis, di Davide Oltolini)

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