Vino e salute

2 Gennaio 2011

cin-cinGli effetti dell’alcol alla salute

Bere bene e con moderazione può far bene alla salute: nel corso degli ultimi decenni sono numerosi gli studi che hanno evidenziato gli aspetti benefici di un consumo moderato di vino. Va detto però che gli effetti positivi di un consumo controllato di vino non possono diventare uno strumento per incentivare l’assunzione di bevande alcoliche. La chiave di lettura sta, dunque, nella parola “moderazione”.

I danni provocati dall’alcol
L’alcol etilico è una sostanza estranea all’organismo: non è di nessuna utilità a livello nutrizionale e per alcuni aspetti può risultare anche tossica. Gli effetti dell’abuso di alcol non sono da trascurare e possono essere di diverso tipo: quelli acuti, per esempio, variano in funzione della concentrazione di alcol nel sangue. Già assumendo un solo bicchiere di vino a digiuno, che corrisponde a una concentrazione di alcol etilico nel sangue di 0.2-0.3 g/L (per intenderci la metà del limite legale oltre il quale è severamente vietato mettersi alla guida) il senso di benessere viene alterato con un comportamento incauto tendente all’euforia, che porta a sottovalutare i pericoli e a sopravalutare le proprie capacità.

A digiuno, più la concentrazione di etanolo nel sangue aumenta, più gli effetti diventano gravi: anzitutto si avrà una diminuzione dell’elaborazione mentale di ciò che si percepisce, si riduce, per esempio, la visione laterale e il dialogo diventa poco chiaro, mentre peggiora la coordinazione motoria. Se l’alcol assunto arriva a oltre 5-6 bicchieri l’intossicazione diventa sempre più grave con visione confusa e disturbo nella coordinazione dei movimenti muscolari. Oltre i dodici bicchieri possono presentarsi convulsioni e depressione respiratoria.

La concentrazione di alcol etilico nel sangue in realtà dipende da numerosi fattori, come la quantità ingerita, l’assunzione contemporanea di cibo o bevande frizzanti, il peso, il sesso, la quantità di acqua presente nel corpo e la capacità di metabolizzare l’alcol, ovvero di trasformarlo per essere eliminato dall’organismo. Meglio bere a stomaco pieno: l’etanolo è assorbito più lentamente e la sua concentrazione nel sangue è minore.

L’abuso cronico di alcol provoca invece gravi squilibri nutritivi e seri danni a carico del sistema nervoso. Il perdurare dell’eccesso nel tempo provoca, a livello del sistema digerente, gastriti, emorragie, cirrosi epatiche ed è causa dell’innalzamento della pressione arteriosa e di cardiopatie, oltre ad aumentare il rischio di sviluppo di alcuni tumori (mammella, cavo orale, faringe, stomaco).

Ma non solo. I danni causati dall’alcol non riguardano solo il singolo individuo, ma gravano sull’intera società: si stima, infatti, che i prodotti alcolici siano responsabili del 9% della spesa sanitaria.

 

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La giusta quantità

Qual è la dose giusta, dunque, per non cadere nell’eccesso? Secondo le linee guida dell’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), l’organismo umano riesce a tollerare l’alcol etilico – senza che ne derivino evidenti danni – solo se il suo consumo è moderato. In poche parole significa che un uomo non deve superare le 2-3 unità alcoliche al giorno;una donna non più di 1-2; mentre un anziano non deve superare una unità alcolica al giorno, da assumere durante i pasti.

Per unità alcolica si intende una quantità di alcol etilico pari a circa 12 grammi, contenuta in un bicchiere da 125 ml di vino di media gradazione, oppure in 1 lattina di birra di media gradazione da 33 cl o in un bicchierino da 40 ml di superalcolico.

Tradotta in bicchieri di vino, la raccomandazione è quindi di non berne più di 2-3 bicchieri nel caso dell’uomo, non più di 1-2 per la donna e non più di 1 per gli anziani.

Nell’infanzia e nell’adolescenza occorre evitare l’uso di alcolici: i meccanismi di metabolizzazione dell’alcol non sono ancora efficienti nei più piccoli. In gravidanza e in allattamento è opportuno astenersi o comunque ridurre le dosi a 1 bicchiere alla settimana.

Se si soffre poi di una patologia acuta o cronica, se si assumono farmaci oppure se si deve guidare un veicolo è sempre raccomandata l’astensione completa.

Chi è in sovrappeso non deve poi dimenticarsi che l’alcol etilico fornisce un contributo calorico (7 kcal/g) non trascurabile: un bicchiere di vino (12 gradi) apporta circa 80 kcal.

 

I benefici del vino

Dall’analisi degli studi finora condotti sembrerebbe che chi beve regolarmente vino e lo fa in misura moderata riesca a vivere più a lungo e avere una minore incidenza di alcune malattie croniche rispetto a chi non beve o a chi lo consuma in maniera eccessiva.

L’effetto positivo più importante di un uso controllato di bevande alcoliche a bassa gradazione è stato associato alla diminuzione dell’incidenza di patologie cardiovascolari. Questi effetti sembrerebbero legati ai polifenoli e ad altri antiossidanti presenti soprattutto nel vino, in misura minore nella birra e assenti o quasi nei superalcolici. Il ruolo protettivo esercitato dal vino quindi sembra maggiore rispetto a quello delle altre bevande alcoliche, soprattutto se il vino è rosso.

Gli studi sono tuttavia lontani dall’essere terminati: è necessario svolgere ulteriori ricerche per arrivare a conclusioni valide.

Il vino non è un medicinale. Qualsiasi tentativo di incoraggiarne il consumo allo scopo di prevenire patologie cardiovascolari diverrebbe più dannoso che benefico. Ricordiamo che è possibile trovare le sostanze protettive di cui si è accennato in una grande varietà di alimenti ortofrutticoli e che per prevenire questo tipo di patologie è molto più efficace ridurre il peso, diminuire il consumo di sale e grassi, aumentare l’attività fisica, non fumare.

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Autore: Tommaso Aniballi

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