La Musique de table di Georg Philipp Telemann
Il 9 dicembre 1732 un giornale di Hannover annunciò che il famoso musicista Georg Philipp Telemann aveva lanciato una sottoscrizione pubblica destinata all’acquisto di copie di una vasta collezione di composizioni musicali per una combinazione di vari strumenti. Una copia completa della sua Musique de table costava otto talleri imperiali, una cifra esorbitante, considerando che Johan Sebastian Bach aveva ottenuto dodici talleri per la composizione e l’esecuzione di una sua ode. Nonostante queste premesse, l’opera di Telemann riscosse un successo clamoroso e 186 membri della locale corte, esponenti dell’apparato giudiziario, funzionari secolari ed ecclesiastici, musicisti ed appassionati ordinarono 206 copie, facendo orgogliosamente registrare il loro nome nella lista dei sottoscrittori che avevano reso possibile la stampa del nuovo lavoro. Il famoso flautista francese Michel Blavet ne ordinò dodici copie, mentre il violinista di Dresda, Johan Georg Pisendel, ne ordinò sei. Dall’estero giunse soltanto un ordine da parte di “Mr. Hendel, docteur en musique, Londres”. Si tratta ovviamente del tedesco Georg Friederich Haendel, il massimo musicista del periodo insieme a Bach, che si era trasferito a Londra da un paio di decenni.
L’immenso successo di questa pubblicazione riflette l’alta considerazione di cui godeva allora Telemann ed il fatto che egli avesse pienamente il polso della situazione dei gusti dei suoi contemporanei. In quegli anni, la Musique de table era una successione di brani musicali, scritti per diversi organici strumentali, che aveva la funzione di accompagnare gradevolmente i banchetti di una certa importanza, ma doveva anche possedere un valore musicale intrinseco che permettesse alle composizioni una vita autonoma che dalla sale da banchetto arrivasse fino ai teatri. Questa tradizione si era sviluppata durante la fase matura del Rinascimento italiano ed aveva prodotto opere di vario genere chiamate di solito Banchetti musicali. Il famoso polifonista italiano Adriano Banchieri aveva scritto addirittura un Festino nella sera del giovedì grasso avanti cena, mentre la tradizione tedesca aveva creato il genere del Musicalische Tafelfreudt (Le delizie della tavola musicale) e del Taffel-Confect (Confettura da tavola). L’idea generale alla base di queste composizioni era di produrre musica gradevole all’ascolto per allietare i pranzi di tutti coloro che potevano permettersi sia di imbandire ricche tavolate, ma anche musicisti che suonassero in sottofondo. L’accompagnare il cibo con la musica, d’altronde, ha origini antichissime come ci ricordano sia la tradizione greco-romana che quella orientale.
Telemann, è riuscito a realizzare un esempio eccellente di fusione tra gusti diversi e la sua musica è una sintesi brillante di un’intera gamma di elementi stilistici. Nel caso della sua Musique de table, le suites orchestrali rappresentano il gusto aristocratico francese, mentre i concerti per strumento solista sono quanto di più italiano si possa immaginare ed accontentano i gusti delle classi medie. All’interno dei concerti si possono poi individuare sia la tendenza a scrivere arie virtuosistiche che un certo spirito che prelude alla nascita dello stile galante che si imporrà a breve in tutte le corti europee.
Lo scopo di Telemann non è infatti soltanto quello di fornire musica da intrattenimento che accompagni i banchetti, ma egli ha tutta l’intenzione di creare un vero e proprio menu à la carte, poiché la musica è composta da una successione coerente di diciotto portate che rappresentano una mescolanza di brani brillanti che fungono da antipasti che, a loro volta, preludono a piatti più sostanziosi e a manicaretti esotici, rivolti a veri gourmets in grado di apprezzare tali portate.
Galliano Maria Speri