L’ultima fase della produzione del vino è l’imbottigliamento, che deve garantirne la massima stabilità. Per evitare il contatto con l’aria e conseguenti problemi di ossidazione e di imbrunimento si impiegano riempititrici dotati di accessori che, appena prima della tappatura, insufflano gas inerti, come l’azoto, che non interferiscono con il profumo e sapore del vino. L’unico recipiente per vini di qualità è la bottiglia di vetro, materiale inerte che non influenza le caratteristiche del vino, anche se nel mondo milioni di ettolitri di vino sono confezionati in bag-in- box o in contenitori di plastica, ma solo per vini correnti e di pronta beva. Anche il tappo è importante. Di sughero, silicone, plastica, a vite e a corona, i tappi sono davvero di molti tipi. Il silicone e gli altri materiali plastici non permettono alcuno scambio con l’esterno e possono rivelarsi utili per i vini da consumare in tempi brevi, perché permettono una risparmio economico della preziosa materia prima, dando soprattutto garanzie di assoluta inerzia. I tappi usati per i vini di pregio sono sempre di sughero, materiale che favorisce il perfetto affinamento del vino e, almeno per ora, non ha valide alternative.
Il suo fascino e la sua utilità resistono, anche se a volte, stappando la bottiglia, si può percepire quel fastidioso odore di tappo, che torna anche al gusto. Di sughero, silicone o altro materiale, il tappo è sempre rivestito con diversi tipi di capsule, ultima protezione del vino nella bottiglia. Le capsule sono di plastica termoretraibile, stagnola o alluminio, più spesse e consistente se il vino è di maggior pregio e destinato a durare negli anni.
Autore: Tommaso Aniballi