Pomerol, quintessenza di classe ed eleganza

25 Aprile 2011

cartello-pomerolPomerol è la più piccola e più “borgognona” delle denominazioni gerondine, luogo d’elezione dei più grandi Merlot del mondo, massima espressione di classe ed eleganza.

 

Petrus

Mito assoluto, il più raro, amato e ricercato vino del mondo insieme a Romanée Conti. La sua unicità risiede principalmente nel territorio, costituito solo dalle famose argille nere, che occupano 11,5 ha dei 20 totali della collinetta più alta della denominazione. Appartiene alla famiglia Moueix , ma a partire dal 2008 La sua gestione è stata totalmente separata dal resto dell’impero. La guida tecnica è passata dal mitico Claude Berrouet,  che resta attivo come consulente, al figlio Olivier, che segue tutto il processo, dalla legna alla cantina. La meticolosità, la precisione, la mania dei particolari è, cosa forse più sorprendente, l’ artigianalità di tutto ciò che viene fatto,  sono sempre ai massimi livelli. La vigna viene curata da due sole persone, che impiegano tutti i mesi invernali per la potatura. L’età media è di 35 anni, a causa dei massicci reimpianti  successivi alla gelata del 1956; le piante provengono da una selezione massale basata su 55 ceppi-campione e la potatura è sempre a guyot semplice. Accanto al Merlot vi è anche un mezzo ettaro di Cabernet Franc, che però entra solo in pochissime annate nel prodotto finale. Il suolo è stato analizzato e catalogato dal più grande studioso francese del campo Claude Bourguignon, non a caso lo stesso che ha collaborato a lungo con DRC ( Domaine Romanée Conti). In cantina, poi, regna la semplicità, senza alcun sfarzo, con vecchie vasche di cemento di circa 100 hl per la vinificazione e barrique di Taransaud, Deguin Moreau e Demptos per la maturazione, con una quota  media del 50% di legno nuovo ogni anno. La macerazione è del tutto tradizionale e va, a seconda delle masse, dai 12 ai 21 giorni; non vengono effettuati delestage o follature e ci si limita a fare dei rimontaggi frequenti. L’obiettivo è quello di estrarre in maniera estremamente delicata e progressiva, per mantenere in ogni annata la sua proverbiale eleganza. Le bottiglie prodotte ogni anno sono circa 30.000, con prezzi che partono dai poco più di € 400 franco cantina per i fortunati che ricevono le assegnazioni, per arrivare immediatamente ai 2000 euro delle ultime annate. Da leggenda, con quotazioni da capogiro, alcuni millesimi del passato 1921, 1929, 1945,1947, 1959, 1961,1964, fino ad arrivare a miti più recenti, come il 2005.

 

petrus-pomerolPomerol 2008 –Merlot 100% – 13,5%  € n.d.

Semplicemente stellare, per un vino che viaggia su livelli medi con pochissimi altri paragoni al mondo. L’assaggio del 2007 in bottiglia, nonostante le caratteristiche dell’annata, era solo di poco inferiore. Naso sinfonico, giocato sull’avvolgenza, perfetta unione di impatto e di complessità infinita, con una nota di viola, spezie e sottobosco che lo percorrono all’infinito. Bocca inimitabile, perfetta, con una sapidità costante e invita a nuovi sorsi e con una setosità  che lo rende riconoscibile in qualunque degustazione alla cieca. Vellutato e freschezza restano vivi fino alla fine, anche parecchi minuti dopo l’ultimo sorso.

 

Château Le Pin

Le Pin è la dimostrazione di come certi luoghi comuni siano frutto di pura mancanza di conoscenza. Mito per la grande critica americana, amato da Robert Parker, icona della nouvelle vague dei “vin de garage” degli anni 90, è sempre stato descritto come un vino speculativo, tutto immagine, finto. E invece siamo esattamente agli antipodi. È vero, è stato il primo esempio di micro – cru dai prezzi altissimi, ma la prima annata risale al 1979 e sono stati gli altri, semmai, ad imitarlo. Jacques Thienpont,  della famiglia proprietaria di Vieux Certan,  grande esperto e commerciante di vini, decise che quei 2,10 ha della signora Lauby avevano un potenziale molto superiore alla media. Così, invece di vinificare presso lo châteu familiare, decise di utilizzare il malandato piano terra di una piccola e vecchia casa al centro della proprietà. Una trentina di ettolitri prodotti ogni anno, gestiti con il massimo dell’artigianalità, per un vino tra i più osannati del mondo. Non a torto, perché nelle migliori annate Le Pin ha un’eleganza unica, declinata attraverso profondità e stratificazione, ma sempre rimanendo della massima bevibilità. Accanto alle grandissime annate, 1983, 1986, 1990, 1994, 1998, 2001, 2005 sono, infatti, alcune decisamente sotto tono, anche se sempre meno negli ultimi millesimi. I suoli sono di sole pietre in superficie e l’unica varoetà è il Merlot. Viene prodotto anche il Trilogie, Pomerol senza  annata che racchiude le seconde masse delle ultime tre vendemmie uscite.

 

le-pin-pomerolPomerol 2008 – Merlot 100% – 13,5% – € 1.200

Vino in anteprima, ma già in grado di lasciare letteralmente di stucco. Parte scuro, quasi cupo, con la sensazioni di piccoli frutti di rovo unite a toni balsamici, per poi aprirsi a continue ventate di fiori freschi, note minerali appuntite e sensazioni di frutta rossa e fresca; non mancano richiami più esotici al mango, al frutto della passione o all’arancia rossa. Bocca a tratti borgognona, con uno strato minerale ricco di innesti di frutta, fiori e spezie, per una grandissima chiusura tutta eleganza e freschezza.

 

Château Lafleur

Lafleur è un vino monumentale. Ha uno stile a sè, frutto di una storia e di suoli sensibilmente diversi dagli altri. La proprietà è nelle mani della famiglia Guinaudeau  da ben oltre un secolo, ma è solo dal 1985 che Jacques e Silvie ne hanno il controllo diretto, dapprima in affitto da alcuni parenti, poi come unici proprietari solo dal 2002, anno in cui entra in azienda anche il figlio Baptiste. I 4,5 ha, posizionati proprio a fianco di Petrus, formano un grande quadrato, a sua volta divisibile in altri quattro settori. Il principale, vede molte pietre in superficie, con l’argilla che inizia a soli 80 cm, come per Le Pin e Trotanoy,  il secondo vede uno strato di 1 m di sabbia e poi tante pietre fino in profondità; il terzo, dal quale provengono ottimi Cabernet Franc, ricorda quasi il Médoc, con tante pietre piccole bianche; il quarto vede una presenza massiccia e anche superficiale di argilla scura. La cura è pianta per pianta, alcune delle quali hanno resistito alla gelata del 1956, con una raccolta manuale che vede tutta la selezione in vigna. Lafleur è il più austero del Pomerol. Duro, quasi chiuso nei primi anni, comincia ad ingranare la marcia almeno dopo un decennio, mettendo con estrema facilità una grande distanza nei confronti del gruppo ed entrando così di diritto nell’eremo dei grandi vini mondiali. Altra caratteristica unica è la presenza paritaria di Merlot e Cabernet Franc. Le bottiglie prodotte sono solo 12.000, vendute da qualche anno direttamente dalla proprietà, senza più passare attraverso le speculazioni della Place di Bordeaux. Il secondo vino è la Pensée de Lafleur.

 

lafleurePomerol 2006 – Merlot 50%-Cabernet 50% – 13,5% – € 1.200

Si ha la precisa sensazione iniziale che il vino è ancora chiuso, ma poi si cominciano a contare infiniti riconoscimenti e ci si ritrova avvolti in un naso di enorme livello. A tratti terroso, poi balsamico, regala note di cacao amaro, tabacco, liquirizia, pepe e anice. In bocca è potente, fresco, con tannini perfetti e una costante nota calda, una delle sue caratteristiche più tipiche. La chiusura è lunghissima ed di particolare eleganza.

 

Pomerol – Pensée Lafleure –  Merlot 50% – Cabernet 50%-13,5% – €  1.200

Tra i migliori secondi vini di Pomerol, sfoggia un naso minerale, floreale e speziato, cui fa eco un palato caldo e sapido, con tannini perfettamente integrati e una chiusura lunga e piena di ritorni olfattivi.

 

Vieux  Château Certan

Vino dalla personalità straordinaria. Diverso dagli altri, eppure Pomerol fino all’ultima goccia. Il gioiello di Alexandre Thiempont, che risale al 1745, è ormai da quasi un secolo di proprietà della sua famiglia. Si trova nel cuore del plateau di Certan, ai limiti di quello principale di Catusseau, dove l’argilla e le pietre tonde si fondono alla perfezione, coadiuvati da massicce presenze di ossidi di ferro in profondità. I 14 ha complessivi costituiscono un solo blocco unitario, ma sono distinti in ben 23 parcelle, vinificate e seguite con maniacale attenzione. In cantina c’è tanto savoir-faire e poca tecnologia, per un risultato che pone costantemente Vieux Certan ai vertici assoluti della denominazione. Per molti è il più elegante vino del Libournais con alcune vecchie annate, a partire dalle mitiche 1945 e il 1947, che hanno fatto epoca e segnano un riferimento per tutti gli altri. Una delle particolarità più interessanti è la presenza massiccia in vigna di Cabernet Franc, con il 30% della superficie, e di Cabernet Sauvignon, con il 10%. Un profilo apparentemente rischioso per i suoli freddi di Pomerol, eppure in grado di dare una finezza e un’eleganza che si sentono già negli assaggi di botte, per poi raggiungere vette di pura emozione negli anni. Le bottiglie prodotte ogni anno sono quasi 50.000, senza un secondo vino ufficiale.

 

vieux-chateau-certanPomerol 2006 – Merlot  70%-Cabernet Franc 25% – Cabernet Sauvignon 5%-13,5% – € 110

Annata anomala per la maggiore presenza di Merlot rispetto agli standard usuali. Grandissima, come sempre, la finezza, con un’attesa mineralità a caratterizzarne l’attacco olfattivo, insieme con spezie scure e tanti fiori, per un naso che man mano si apre a sensazioni ffruttate e spezie dolci. Bocca impeccabile, equilibratissima, perfetta riproposizione del naso, con una profondità che aumenta in continuazione e regala un finale infinito.

 

Château Trotanoy

Trotanoy è uno dei grandi valori sicuri di Pomerol: una costanza proverbiale e un’evoluzione nel tempo che non teme paragoni. È una delle proprietà più belle, con vigna tenute come un giardino all’italiana. 7,20 ha ripartiti tra suoli di argilla scura, simili a quelle di Petrus, pietre depositate su uno strato più profondo di argilla, con una forte presenza di ossidi di ferro. Dal 1953 appartiene alla maison de négoce Jean-Pierre Moueix, così come Petrus e tanti altri, ma purtroppo chiuso alle visite perché residenza privata di famiglia. Le vigne, per buona parte risparmiate dalla gelata del 1956, vedono una netta prevalenza di Merlot. La guida tecnica, nelle mani di Jean-Claude Berrouet  sino al 2007, è passata poi al suo fido secondo Eric Murisasco.  Le 25.000 bottiglie prodotte ogni anno esprimono una personalità molto diversa da quella solare di Petrus. Se quest’ultimo è immediato, aperto e floreale, Trotanoy è invece sempre dominato da toni scuri, con una struttura notevole, giocata sulla freschezza, sulla mineralità profonda e terrosa e su una vena fruttata solida e impeccabile. Trotanoy non produce un secondo vino.

 

trotanoyPomerol 2007 – Merlot 90%, Cabernet Franc 10%-13,5° – € 100

I limiti dell’annata sembra non aver scalfito la sua impeccabile classe. Naso nobile, austero, con infiniti livelli di lettura, tra spezie, frutti neri e mille sfumature minerali. Bocca lunga, elegante, decisa, con tanta freschezza e sapidità a giocare un perfetto equilibrio con le componenti morbide e fruttate. Lunghezza e pulizia da record.

Château La Violette

Nel 2006 fatto scalpore l’acquisto da parte di Catherine Péré-Vergé di una delle vigne dal maggior blasone, fino agli anni ‘40 vero faro dell’intera denominazione. Siamo nel cuore dell’aeale di Pomerol, idealmente al centro tra Petrus, Le Pin e Trotanoy; qui il suolo è ricco di pietre in superficie, ma subito sotto arrivano le classiche argille blu. Poco più di 3 ha di solo Merlot venduti ad una cifra astronomica, per ridare lustro a un vecchio nome, rimasto quasi con un ruolo virtuale, senza neanche una cantina di riferimento. Oggi, infatti, in attesa di costruirla, La Violette è prodotta presso Le Gay, anche se con una tecnica di vinificazione e una filosofia tutte sue. Michel Rolland  applica anche qui la cosiddetta Vinificazione Integrale, con la macerazione a freddo di chicchi interi, dirasparati a mano, direttamente in barrique nuove, dove poi avviene la malolattica e la successiva maturazione. Il risultato è uno stile inconfondibile, che conferisce al vino una dolcezza e una setosità uniche. Ovviamente non viene prodotto un secondo vino.

 

la-violettePomerol 2008 –  Merlot 100% – 13,5° – € 230

Se Le Gay è la versione maschile della proprietà, La Violette ne è sicuramente quella femminile. La sua eleganza floreale, che rende pieno onore al nome, si fonde a note di liquirizia, vaniglia e frutta rossa. In bocca i tannini sono splendidi, setosi, ricchi e al tempo stesso avvolgenti, con una chiusura di frutta e spezie di notevolissima lunghezza. Sono solo 4.000 le bottiglie.

 

Château Hosanna

Pomerol negli ultimi anni ha registrato un tasso di novità decisamente più elevato della media bordolese. Ne è esempio lo Château, nato nel 1999. I suoi 4.5 h si trovano in una posizione estremamente qualitativa, sulla zona più alta del plateau di Catusseau, in mezzo ai cru più famosi. Da una parte confina con Lafleur, da un’altra con Vieux Château Certan con e da un altra ancora con Petrus. La sua origine si basa sulla scissione dello Château Certan Giraud e il nome non ha storia particolare, è solo una scelta del marketing della famiglia Moueix.  Le sue 18.000 bottiglie all’anno esprimono uno stile ben preciso, fatto di potenza, struttura, tanta frutta e un apporto sensibile del legno, che ha bisogno di qualche anno per riassorbirsi. In poche parole uno stile moderno, complementare con la maggior parte degli altri grandi nomi che fanno capo alla stessa proprietà. I suoli vedono accanto alle classiche argilla scure anche delle porzioni molto più pietrose, quelle che ospitano il Cabernet Franc, ben il 30% dell’assemblaggio finale. Hosanna non ha un secondo vino.

 

hosannaPomerol 2007 –  Merlot 70%, Cabernet Franc 30% – 13,5° – € 90

Annata che contraddice la fama di vino strutturato e meno elegante da giovane rispetto agli altri grandi. Il naso esprime una complessità e una finezza di grandissimo respiro, con mille sfumature di erbe aromatiche, spezie dolci e toni minerali. Bocca elegante, con una profonda nota di frutta matura a mantenerne il profilo; sapido e caldo, chiude con persistenza da record.

 

Château Beauregard

Beauregard è decisamente una delle proprietà più belle, se non la più bella, di Pomerol. Tra i tanti castelli evocati sulle etichette, ma in realtà costituiti al massimo belle dimore nobiliari, siamo finalmente davanti ad una vera e propria certosa girondina del XVIII secolo, con tanto di torri e giardino inglese. La proprietà è dal 1991 nelle mani di una banca, ma Vincent Priou la dirige come se fosse davvero sua, con una cura e una visione di lungo periodo non frequenti. Gli ettari sono 17,5, dunque non pochi per Pomerol, distribuiti su due terreni. Una parte è su suoli ricchi di argilla, in complemento con pietre e sabbia; da qui proviene la struttura del vino. Un’altra parte è su suoli estremamente sabbiosi, dove alloggia per lo più Cabernet Franc e dove si cercano soprattutto dei contributi alla complessità aromatica. Nell’insieme, però, Beauregard è sempre comunque un vino di eleganza, che riesce ad esprimere quasi subito, ma che al tempo stesso riserva anche grandi sorprese negli anni, come hanno confermato alcuni assaggi in verticale. Secondo vino è Le Benjamin de Beauregard, proveniente dalle vigne più giovani.

 

beauregardPomerol 2006 – Merlot 70%, Cabernet Franc 30% – 13% – € 32

Beauregard è ormai nettamente uno dei vini con il miglior rapporto prezzo-valore. La 2006 si presenta con un gran naso di delicato sottobosco, con repentini spunti floreali e un complesso corredo di spezie. Al palato è austero, deciso, sempre perfettamente equilibrato, con un finale molto lungo.

 

Le Benjamin de Beauregard – Pomerol 2006 Merlot 70%, Cabernet Franc 30% – 13% – € 18

Vino meno austero del fratello maggiore, con uno profilo olfattivo più immediato, con note di frutta rossa matura e spezie dolci unite a sentori più animali. Anche al palato ha meno struttura, ma con lo stesso equilibrio e la stessa coerenza.

 

Château Gazin

Per le dimensioni medie di Pomerol quelle di Château Gazin sono enormi. Tra i migliori della classe, infatti, solo Nénin supera i suoi 24 ha, peraltro distribuiti nella zona più eletta della denominazione, tra L’Evangile e Petrus, cui ha perfino ceduto qualche ettaro alla fine degli anni ‘60. I suoli contengono perlopiù argilla blu, oltre a pietre e sabbia, con quelle ultime che vanno ad aumentare man mano che ci si allontana dalla parte più alta del plateau principale. La proprietà fa capo alla famiglia nobile Bailliencourt dall’inizio del secolo scorso e rappresenta uno dei luoghi simboli dell’area, con una lunghissima storia alle spalle e una fondazione che risale ai Cavalieri di Malta. Gli strettissimi rapporti con la potente famiglia Moueix, che ne ha curato a lungo in esclusiva la commercializzazione mondiale, hanno sempre garantito a Gazin un posto nelle migliori carte del mondo. Il suo stile è sempre giocato su note più dure, senza mai cedere a morbidezze e maggiori facilità di beva, non senza affrontare qualche rischio nelle annate più magre e difficili. Il secondo vino è l’Hospitalet de Gazin.

gazinPomerol 8006 – Merlot 90%, Cabernet sauvignon 6%, Cabernet Franc 4% – 13,5% – € 48

Al naso si presenta con una notevole mineralità, con evidenti richiami alla grafite, uniti a spunti più terrosi, note di anice e ricordi floreali. Al palato i tannini sono molto evidenti, di buona trama, ma ancora in netta evidenza, nonostante il riequilibrio assicurato da una potente e costante vena di frutti di bosco. Molto lungo il finale.

 

Château La Conseillante

Proprietà della famiglia Nicolas, rappresenta quasi un punto di contatto ideale tra Pomerol e Saint Émillon, sia perché ben quattro dei 12 ha totali rientrano nel territorio amministrativo di quest’ultima, sia perché lo stile è da sempre più orientati alla finezza, senza ammiccamenti a rotondità e carichi fruttati. L’elenco dei vicini, del resto, da Cheval Blanc a L’Évangile, da Vieux Certan a Petit-Village, conferma che ci troviamo nella parte in assoluto più vocata della denominazione. I suoli sono lo specchio fedele delle tre tipologie possibili, ben distribuiti tra le argille più alte del Plateau de Catusseau, le pietre e le sabbie. Dopo un appannamento negli anni 90, oggi La Conseillante è tornata ai suoi livelli più naturali, grazie soprattutto all’impegno del nuovo responsabile tecnico, Jean-Michel Laporte,  che ha portato in vigna e in cantina meticolosità e rigore ai massimi livelli. Le bottiglie prodotte ogni anno sono in media 50.000, con una quota variabile ma minoritaria per il secondo vino, il Duo.

la-conseillantePomerol 2008 –  Merlot 86%, Cabernet Franc  14% – 13,5% – € 140

Vino degustato in anteprima, ancora in una fase decisamente riduttiva. Eppure mostra subito una classe assoluta, un classico naso di violetta, fragola, vaniglia, tartufo, tè. Bocca viva, fresca, decisa, con tannini impeccabili e una lunga ed elegante chiusura dal profilo minerale.

Pomerol Duo 2008 – Merlot 90%, Cabernet Franc 10% – 13,5% – € 140

L’impatto olfattivo è tutto dominato da note floreali, con crescenti richiami di frutti rossi e una gradevolissima mineralità terrosa. Palato lineare, coerente, con un bel finale, dominato dal contrasto tra spunti ferrosi e vanigliati.

 

Chateau Le Bon Pasteur

Michel Rolland è stato dipinto in mille modi diversi, da guru infallibile a mostro globalizzatore.  Con le altre cento cantine seguite in tutti i continenti, per la precisione in 17 paesi diversi, autorizza a porsi dei dubbi sulla sua reale capacità di integrarsi con ogni singolo terroir. Di certo, però, qui siamo a casa sua. Qui è nato, in queste vigne ha giocato dal bambino e questa è la proprietà di famiglia, Le Bon Pasteur. Acquistata nel 1920 dal nonno, vide i suoi 15 ha divisi in tre denominazioni diverse dall’entrata in vigore della legge sulle AOC del 1936. Oggi la parte insistente su Pomerol conta quasi 7 ha, distribuiti su suoli molto variabili, dalle argille blu alle pietre e alla sabbia. Da cinque anni, dopo averla sperimentata in altri paesi, anche qui è adottata la cosiddetta Vinificazione Integrale, con tre settimane di macerazione a freddo ed barrique fatta con ghiaccio secco, prima di passare a una macerazione alcolica classica di altre tre o quattro settimane. Il risultato è uno stile inconfondibile e vini che sono a dir poco sconvolgenti, lasciando però il solo piccolo dubbio che sia la tecnica di cantina a prevalere sull’identità del territorio. Per il resto, la cantina è semplice, tradizionale e per nulla tecnologica. Non viene prodotto nel secondo vino.

le-bon-pasteurPomerol 2008-  Merlot 80%, Cabernet Franc 20% – 13,5% – € 35

Vino assaggiato in anteprima rispetto l’uscita sul mercato. Una grande salto in avanti rispetto alle annate immediatamente precedenti, con un profilo simile a quello di Château La Violette. Notevoli sensazione di fiori, miste a spunti balsamici di spezie dolci annunciano un apparato avvolgente, lungo, da tannini finissimi, con continui ritorni floreali e di frutta fresca.

 

Château Le Gay

La belga Catherine Péré – Vergé  non si è mai accontentata di essere l’ereditiera del colosso del vetro Cristalleries d’Arques e, con il suo gruppo Montviel,  ha deciso di intraprendere una campagna di acquisizioni che, oltre alle proprietà in Argentina, vede una particolare predilezione per Pomerol. Qui, nel 2003, ha acquistato Le Gay, una delle proprietà dal maggior potenziale dell’intera denominazione caratterizzata da una netta prevalenza di argille blu, provenienti da una lingua di terra che il naturale prolungamento del non lontano plateau di Petrus. Ai 6 ha originali ne ha aggiunti quasi altrettanti, tutti provenienti dalla zona più vicina a Lafleur e di proprietà della stessa famiglia Guinaudeau, anche se mai curati e sfruttati come meritavano. Poi, grazie all’amicizia con Michel Rolland, è riuscita a dare una repentina sterzata all’approccio produttivo, allo stile e alla qualità complessiva dei vini, sterzata già evidente nelle prime annate, ma anno dopo anno sempre maggiore. Il secondo vino, Manoir de Gay, invece, non ha raggiunto degli standard adeguati.

 

le-gayPomerol  –  Merlot 80%, Cabernet Franc 20% – 13,5% – € 100

Assaggiato in anteprima rispetto alla sua uscita sul mercato, il 2008 si mostra subito con un vino dal passo notevole. Al naso è austero, potente, decisamente speziato, molto profondo, mentre in bocca mostra tannini  decisi, per quanto di trama fine e ben integrata al corpo fruttato del vino. Lunghissima la chiusura, con nette note di china e rabarbaro.

Château  Manoir de Gay – Pomerol del 1007 Merlot 80%, Cabernet Franc 20% – 13,5% – € 25

Al naso mostra qualche segno di riduzione, con note eteree, di cuoio e di castagna. In bocca è ricco e concentrato, con una possente nota di frutta scura matura ed una chiusura che pende verso sensazioni di confettura.

 

Château l’Evangile

Il Barone Éric de Rothscild, proprietario di Château Lafite nel Médoc  e di altre importanti cantine tra Francia e resto del mondo,  comprò dapprima il 70% della proprietà nel 1989, poi il restante 30% nel 1999. Dal 2000, è iniziata una piccola rivoluzione. La vigna è stata riclassificata ed è iniziato un lavoro di rimpianto che ne ha già coinvolto il 20% della superficie; la cantina è stata stravolta, con un’attenzione molto maggiore all’estetica e alla funzionalità delle visite; i vini sono stati curati sempre di più e il supporto di un consulente come Michel Rolland ne ha garantito costanza e qualità. Del resto, quello dell’Évangile è uno dei territori più belli della denominazione, che gode di una posizione centrale rispetto agli altri mostri sacri, occupando, con i suoi 16 ha totali, sia porzioni del plateau argilloso di Petrus, sia zone più pietrose o sabbiose. Lo stile impresso alle ultime annate, in particolare la 2008, va quasi verso un’impronta da Médoc, con elementi di durezza sorprendenti rispetto agli stereotipi Rollandiani. Interessante anche secondo vino, il Blason de L’Évangile, che raccoglie circa il 30% della produzione, in media 15.000 bottiglie contro le quasi 40.000 del vino principale.

 

levangilePomerol 2007 –  Merlot 88%, Cabernet Franc 12% – 13,5% – € 150

Naso di spezie, dalla vaniglia derivante dal legno a toni molto più piccanti, unite a netti spunti floreali e balsamici. In bocca è potente, ricca, rotonda, ma con una trama tannica decisa e costante. Chiude con una lunghezza notevole, dominata da sensazione di tabacco e nuove ventate di spezie dolci.

 

Blason de L’Évangile – Pomerol 2008 –  Merlot 100% – 13,5% – € 25

Gradevole, immediato, rotondo, a partire da un nastro di vaniglia, rosa rossa e piccoli frutti di bosco. Al palato è più deciso, con qualche leggero tono verde e una buona chiusura che dà più sull’eleganza che sulla potenza pura.

 

Château Nénin

Nénin  si trova alle porte del villaggio di Catusseau,  ma i suoi 32 ha, un’enormità per Pomerol, si trovano dislocati in più siti. In particolare, dopo l’acquisto nel 1997 da parte della famiglia Delon, la stessa del grandissimo Château Léoville,  nel 1999 sono stati aggiunti altri 4 ha, tra i migliori della denominazione. Questi provenivano dallo smembramento di Certain Giraud, lo stesso che ha dato vita a Château Hosanna. I tre suoli, argilla, pietre e sabbia, sono tutti rappresentati, con una quota di Cabernet Franc superiore alla media.  Dunque, dopo decenni di qualità altalenante, è stata finalmente intrapresa una strada degna del blasone e delle potenzialità della proprietà, importando conoscenze e tecnologie dal Médoc; ultimo arrivato, il nuovissimo tavolo di cernita automatica, con lettore ottico. Lo stile spesso è più teso e austero della media di Pomerol, con un’ottima propensione all’invecchiamento. Il secondo vino è il Fugue de Nénin.

Pomerol 2006 – Merlot 75%, Cabernet Franc 25% – 13,5% – € 50

Naso teso, scuro, compatto, con una profonda tessitura minerale terrosa, mista a fiori freschi e note tartufate. Palato fresco, con tannini molto vivi, ma ben integrati, per una chiusura tanto lunga quanto equilibrata. Ancora giovanissimo, con un ottimo potenziale di evoluzione in bottiglia.

 

nenin

Pomerol-Fugue  de Nénin  2006 – Merlot 75%, Cabernet Franc 25% – 13,5% – € 20

Naso dominato da gradevole sensazione di frutti di bosco maturi, unite a  ricordi di alloro, viola e spezie dolci. Al gusto è coerente e lineare, con precisi ritorni olfattivi e un finale alla frutta matura.

 

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Autore: Tommaso Aniballi

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