Un modo per eliminare gli sprechi e fare comunicazione della propria azienda.
Prima dell’attuale società dei consumi, durante i lauti banchetti in occasione dei matrimoni venivano distribuite le buste per portare a casa porzioni di lasagne, cosce di pollo e pezzi di dolce che venivano poi consumati nella propria abitazione. Gradualmente questa abitudine è scomparsa anche grazie al fatto che i menù dei matrimoni sono sempre più dimensionati agli stomaci degli ospiti e puntano soprattutto al servizio di prodotti di qualità piuttosto che sulla quantità.
Negli ultimi anni questa modalità è stata riesumata sotto altra formula, grazie ad un’abitudine in uso negli Stati Uniti: Il Doggy Bag, un sacchetto destinato all’alimentazione degli animali domestici come cane o gatto.
Da uno studio della FAO emerge che gli sprechi alimentari nel mondo rappresentano un terzo della produzione e la Coldiretti ha stimato che in Italia essi ammontano a 10 milioni di tonnellate, con punte più elevate nei periodi successivi alle grandi feste e le ricorrenze annuali.
La lotta allo spreco ha ispirato Cornelia Pelletta, volontaria dell’associazione La cena dell’amicizia Onlus nel dar vita all’iniziativa di coinvolgere i ristoratori al progetto “Il buono che avanza”. L’obiettivo è quello di creare una rete di ristoratori che consentono ai propri clienti di portar via il cibo o il vino non consumato. Questa pratica, oltre a rimediare ad una pratica riprovevole, quella degli sprechi, può rappresentare l’occasione di un’operazione di comunicazione e di marketing. Alcuni ristoratori che hanno già aderito a tale iniziativa, utilizzano dei sacchetti per l’asporto del cibo con su stampato il logo e/o il nome del ristorante facendo così attività pubblicitaria attraverso il contenitore e per mezzo dell’iniziativa adottata.
Le nuove formule e le novità in genere, attraggono spesso la curiosità degli utenti ed anche il Doggy bag sta riscuotendo un discreto successo in termini di incremento della clientela.
Franco Tacconelli