Una pratica nata negli Stati Uniti, moderatamente seguita anche in Italia.
Sia la parola che il servizio riguardano un tipo di pasto che viene servito più tardi della prima colazione e prima del pranzo (lunch).
L’origine della parola brunch deriva dalla crasi tra (br)eakfast e l(unch).
È una pratica che nasce negli Stati Uniti, utilizzata per celebrare un evento mattutino o nei giorni festivi per rilassarsi, magari dopo una serata conclusa a tarda ora.
Il brunch viene servito generalmente tra le 11 e le 13 ed è composto da tutti gli ingredienti tipici della prima colazione all’inglese, alla quale vengono aggiunti gli ingredienti della colazione continentale oltre a pietanze a base di carni fredde o in umido, formaggi, torte salate e frutta. Possono far parte di questo servizio anche piatti a base di gamberetti,vari tipi di pesci affumicati (salmone, aringhe, ecc.), insalate e verdure; il tutto viene accompagnato da vini leggeri bianchi o rossi. In virtù della presenza di elementi tipici della prima colazione saranno disponibili anche bevande come caffè all’americana, latte, tè, cioccolata e succhi di frutta.
Con tutti gli ingredienti disponibili per il brunch si allestisce un buffet dal quale ogni cliente prende ciò che gradisce nella tipologia e nelle quantità desiderate.
La pratica del brunch ha molto successo in Nord America e in Gran Bretagna mentre è meno seguita nell’Europa continentale.
In Italia, dopo un cauto successo avuto nel circuito dei grandi alberghi alcuni anni fa, esso si è stabilizzato su un moderato livello di richiesta. Soprattutto le domeniche del periodo invernale, quando è più improbabile trascorrerle all’aria aperta, aumenta il desiderio di usufruire di un servizio di questo tipo.
Franco Tacconelli