Caffè Fiorio

16 Febbraio 2011

caffe-fiorioVia Po, 8 – Torino

Sorto nel 1780, fu frequentato da artisti e borghesi tra i quali Rattazzi, D’Azeglio e Cavour. Detto anche “caffé dei codini” perché frequentato nell’ottocento da aristocratici ed alti ufficiali.

Carlo Alberto chiedeva ogni mattina che cosa si era detto tra le mura del bar, quasi avesse percepito che quello che si pensava al Fiorio per lui avrebbe potuto essere questione di vita o di morte.

Ma la vera attrazione del Fiorio, quella per cui nobili, ricchi e meno ricchi tendevano le orecchie nelle sue sale, erano i sapidi colpi di penna di Antonio Baratta, il “cavaliere senza camicia” considerato – dopo morto – il primo epigrammista dei Caffè del Risorgimento. Che attraverso le sue taglienti rime, che più volte ricordano volentieri il Fiorio, fece passare tutta la torinesità dell’epoca, dal 1848 al ’66: con Angelo Brofferio, il “gran trombone della democrazia piemontese”, che pontificava spessissimo al caffè di via Po, Baratta ebbe una polemica in versi che durò fino alla morte e anche Cavour non venne certo risparmiato dai “sali attici” dell’arguto epigrammista.

Da visitare le sale interne, che conservano l’eleganza di un tempo. Effettua servizio ristorazione veloce a pranzo.

Franco Tacconelli  

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