Donnafugata

23 Novembre 2010

Donnafugata nasce in Sicilia da una famiglia che ha sempre creduto nelle straordinarie potenzialità enologiche della propria terra e che conta 150 anni di esperienza nel vino di qualità.

nuova-barricaia-3Donnafugata. Letteralmente “donna in fuga”. Il riferimento è a Maria Carolina, la consorte di Ferdinando IV di Borbone, che all’inizio dell’ottocento arrivò nel cuore del Belice in fuga da Napoli, dove stavano arrivando le truppe napoleoniche guidate da Gioacchino Murat. A definire così i possedimenti di campagna del Principe di Salina fu Giuseppe Tomasi di Lampedusa, in particolare riferendosi al Palazzo si Santa Margherita, dove soggiornarono a lungo i coniugi in esilio, come lo stesso autore riferisce nei suoi racconti dadati 1961. L’azienda nasce da una famiglia di lunga tradizione legata al vino di qualità. Un secolo e mezzo con i piedi in vigna finché arrivano Giacomo Rallo e sua moglie Gabriella Anca che, partendo dalle cantine di Marsala -costruite nel 185- e dai possedimenti di Contessa Entellina (sud-ovest dell’isola) danno vita al progetto Donnafugata, con l’idea che per crescere e migliorare è necessaria la continua disposizione al cambiamento. Non che la cosa significhi che i piedi della famiglia Rallo siano usciti dai vigneti. Anzi, sono arrivati a poggiarsi persino in quelli panteschi, certamente più impervi e malagevoli.

nuova-barricaia-2Sull’isola vulcanica battuta dal vento, gli sforzi iniziali sono stati rivolti al recupero degli impianti in abbandono, durante il quale sono stati rinvenuti ceppi ultracentenari, a riprova che la natura dei terreni di origine eruttiva rallenta di molto l’attività della fillossera. Con l’arrivo partecipativo in azienda dei giovani Antonio, oggi responsabile della produzione e della vendita, e della sorella Josè, volto e voce di Donnafugata, che dirige il team marketing, si è registrata un’ulteriore, decisa, accelerazione nel percorso verso la Qualità Estrema (in maiuscolo perché è esplicitamente così denominato un progetto intrapreso dai Rallo). Lo sguardo sempre rivolto in avanti, il costante mettersi in discussione di chi fa dell’umiltà lo strumento per perseguire l’eccellenza, la tensione tenuta alta dalla passione e dall’ambizione, portano una delle più solide realtà del nostro panorama enologico ad investire ogni anno il 15-20% del fatturato nell’impianto di nuovi vigneti e nel miglioramento delle cantine.giardino-pantesco A Marsala nel 2008 è stata inaugurata la nuova, splendida, barricaia; 1600 m² di cantina sotterranea scavata nella roccia tufacea  che ospita legni di differenti capacità (barrique e tonneau), provenienza, metodo e grado di tostatura. E intanto, nella piccola isola si continuano a guadagnare fazzoletti di terreno lavico per impiantare nuove viti; sempre nel massimo rispetto del contesto e della tradizione locale. Ci si affida a chi il posto lo conosce da sempre. Anche i vendemmiatori, i selezionatori dei grappoli, sono personaggi che fanno parte della storia pantesca recente.La discrezione con cui Giacomo Rallo si è affacciato a Pantelleria è davvero notevole; la sua famiglia è siciliana, è vero, ma Pantelleria è realtà a sé, e lui da questo parte. L’imprenditoria, è ovvio, mira al profitto, ed è proprio per questo che bisogna  segnalare il senso etico, la deferenza nei confronti della natura e del territorio con cui Donnafugata porta avanti il suo progetto. Ad esempio attraverso una responsabilità sociale che possiamo rilevare nell’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica ( nel 2002 a Contessa Entellina nel 2007 a  Marsala), nella costruzione della cantina di Khamma a Pantelleria, che è un esempio di architettura sostenibile, con 1000 m² di superficie rivestita in pietra lavica tagliata a mano, 6 km di muretti a secco recuperati  ei 1000 m² di macchia mediterranea ripristinati. Il lavoro è stato affidato a un architetto, Gabriella Giunto, che da anni realizza e restaura i più bei dammusi locali. racc.-notturna-1Inoltre, a fianco della cantina, a vista dalla sala in cui si degusta,  sorge uno splendido giardino pantesco che Donnafugata ha donato al FAI, il Fondo Italiano per l’Ambiente. Si tratta della tradizionale costruzione di muri a secco su pianta circolare al cui interno, al riparo dall’impeto dei venti  marini, crescono piante di agrumi, in questo caso antichissime. Nella stessa ottica rientra il sostegno a molti progetti paralleli riguardanti attività culturali e solidali, che hanno permesso restauri di opere artistiche, scavi archeologici, organizzazione di concorsi letterari e raccolta fondi per iniziative benefiche, contando anche sulla grande passione e sull’applicazione che anima Josè Rallo nei confronti della musica.

 

Vendemmia notturna

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La forte escursione termica ha portato alla scelta di raccogliere i grappoli quando la temperatura è più fresca, alla fine di scongiurare fermentazioni indesiderate e assicurare una materia prima integra. Di giorno si arriva attorno ai 35° Ci, mentre di notte si scende attorno ai 16. Inoltre, la spremitura si effettua a 10° C, e risparmio energetico per abbassamento della temperatura delle uve è notevole (del  70% circa). Alto valore aggiunto è la minor fatica richiesta ai vendemmiatori. Dopo la sperimentazione del 1998, la pratica ha preso avvio definitivo l’anno successivo.

 

Le degustazioni

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Contessa Entellina bianco Chiarandà  2006

Fitta e immediata veste oro, dai lievi riverberi verdolini. Lo spettro  dei profumi è ampio e articolato, con tratti marcati e netti; si succedono calde sensazioni di frutti esotici maturi, ginestra, tè verde, burro di arachidi, toni mielosi e salmastri. Al gusto è pieno, saporito, mai ingombrante, dalla struttura ampia attraversata da venature fresche e sapide  a dare pieno brio. Si spegne pigramente, su toni vagamente balsamici. Maturazione tra cemento e barrique. Ottimo l’abbinamento con il baccalà con ceci e rosmarino.

 

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Contessa Entellina  Chardonnay La Fuga 2007

Paglierino-dorato raggiante. Profumi di buona spinta, ricordano susina matura, zagara, pesca e un tocco di sale marino, in un quadro schietto, semplice e nitido. Bocca saporita, ricca di spunti fresco-sapidi e con felice chiusura alla mandorla. Accompagna bene un dentice ai funghi.

 

vignadigabri1Contessa Entellina Inzolia Vigna di Gabri  2007

Abito paglierino scintillante, di una certa consistenza. Proposta olfattiva senza gridi, di elegante discrezione; sensazioni di fiori di campo, mandorla fresca, pera kaiser, alga. Al sorso mantiene carattere e premesse, è appagante senza dilagare, misurato con il calibro; di corpo, vispo per sapidità e freschezza, morbido per stoffa e glicerina. Buon finale. 10% in barrique. Da provare con un rombo ai frutti di mare.

 

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Contessa Entellina Rosso  Tancredi 2006

Veste rubino a trama serrata. Bel mix olfattivo, con humus, felce e mallo di noce a scortare  frutti di bosco e prugna. L’assaggio svela ottima struttura, con tannini fitti elegantissimi e precisa freschezza; insieme a stabile equilibrio. Lasciato maturare in barrique. Con  braciolette di cinghiale.

 

mille-e--una-notteContessa Entellina Rosso Mille e una Notte  2005

Rubino fitto fitto. Offre con slancio un corredo profumato intenso, ammaliante, in cui si riconoscono frutti scuri in confettura, humus, nocciola, tamarindo, viola, mirto, eucalipto e una sottolineatura di cacao e caffè. Sorprendente freschezza al palato, sapido e di buon corpo, lascia un lungo ricordo senza gravità. 16 mesi in barrique. Arrosto di maiale alle prugne.

 

kabirMoscato di Pantelleria Kabir 2007

Oro chiaro compatto e stralucido. Incantevole corredo aromatico, nespola, pesca, agrumi, tiglio, rosa, con sussurri di miele e zafferano. Bocca dolce ed equilibrata, grazie alla decisa freschezza, ha spunti sapidi e  chiusura ammandorlata. Benissimo con il classico cannolo.

 

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Grappa di Ben Ryé

Manto oro chiaro. Ventaglio olfattivo dai colori morbidi, si avvicendano datteri, fichi secchi e pasta di mandorle. In bocca è di un equilibrio seducente, l’alcol è perfettamente inserito nell’insieme aromatico, composto, docile, con il giusto carattere. Si accosta bene a praline di di cioccolato fondente con graniglia di nocciole.

 

bott.grappa-di-zibibboGrappa di zibibbo

Trasparente come l’acqua, questo distillato, decisamente profumato di frutta secca e disidratata, con richiami agrumati a condire l’insieme. Al gusto è decisamente morbido, con chiari echi di uva passa che tengono a lungo nella buona persistenza. Da provare sulle scorzette d’arancia candite e ricoperte di cioccolato fondente.

 


Autore:
Tommaso Aniballi

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