Per un corretto comportamento alimentare.
Acque colorate, bevande a base di cola, caffè o succhi di arancia, frullati, tè freddo aromatizzato, bibite stimolanti, nel nostro mondo occidentale, e non solo, si beve di tutto, tranne l’acqua. La situazione è più grave in Messico e negli Stati Uniti dove queste bevande dolci, gassate e dolcificate, sono un’abitudine nazionale anche a tavola. Il consumo massiccio e irregolare di queste bevande favorisce non solo il sovrappeso e l’obesità, ma il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Quattro bambini americani su cinque e due adulti su tre bevono ogni giorno quantità elevate di bevande zuccherate.
Nella dieta di un americano medio il 7% dell’apporto calorico giornaliero proviene da queste bevande, il 32% dalle patate fritte, il 30% dalla birra. La percentuale di obesità nei bambini è già oltre il 17%, disegnando una vera emergenza sanitaria nazionale.
La guerra alle varie bibite dolci si combatte su più fronti: eliminare le bevande zuccherate e quelle dolcificate da scuola e luoghi di lavoro, lanciare campagne di informazione, come è stato fatto per il fumo, tassare i prodotti con più zucchero, per scoraggiarne l’acquisto, mettere un’etichetta di avvertimento se una bibita ha troppi zuccheri, convincere le industrie a diminuire drasticamente la quota di zuccheri e la dimensione di bottiglie e lattine.
L’obiettivo è una vera e propria disassuefazione al dolce, intesa come una dipendenza simile a quella delle sigarette e di invogliare le persone al consumo dell’acqua come la scelta più naturale e salutare . Questa dipendenza come altre dipendenze, nei casi più gravi, deve vedere l’intervento dello psicologo come indispensabile per aiutare la persona a ritrovare l’equilibrio e la salute.
in collaborazione con www.psichesoma.it