Il buon padrone di casa

26 Maggio 2010

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Alcune massime suggerite dal bon ton

Brillat-Savarin diceva che invitare qualcuno significa impegnarsi a farlo felice; anche senza aspirare a tanto, dobbiamo creare attorno all’ospite (in ogni occasione e non solo in quelle di riguardo) un atmosfera piacevole. E allora ricevere o essere invitato a casa o al ristorante, diventa una gioia, un dono. Così, possiamo elencare alcune massime che consentono di assolvere ai “doveri” di un buon padrone di casa.

 

  1. Una persona mostra la sua grandezza dal modo in cui tratta gli altri.
  2. Non criticare, non condannare, non recriminare. Invece di condannare l’operato della gente, cerca piuttosto di capirla; è più utile e interessante che criticare e poi questo atteggiamento genera simpatia, tolleranza e gentilezza.
  3. Essere prodighi di apprezzamenti onesti e sinceri, altrimenti, se non è possibile, è meglio tacere.
  4. Interessarsi sinceramente delle altre persone è un modo semplice per fare subito una buona impressione.
  5. Se è possibile cercare di informarsi di come si chiama il cliente e  chiamarlo sempre con il suo cognome ed eventuale titolo (dottore, professore, ecc.).
  6. Essere buoni ascoltatori, incoraggiare gli altri a parlare di se stessi e parlare di quello che interessa gli altri. Fare in modo che gli altri si sentano a proprio agio e cercare di ottenere questo risultato con la massima naturalezza e sincerità.
  7. Il modo migliore per avere la meglio in una discussione consiste nell’evitarla. Mostrare rispetto per i pensieri degli altri e non dire mai al cliente “Lei ha torto”. Infatti , le opinioni scaturiscono dal  punto di vista da cui si osserva la realtà, e rispetto ad essa si possono maturare concezioni differenti.
  8. Una valvola di sicurezza per far fronte alle lamentele è di lasciare che i nostri interlocutori chiacchierino quanto vogliono.
  9. In molte situazioni conviene dare agli altri la sensazione che siano stati loro per primi ad avere l’idea giusta.
  10. Essere comprensivi nei confronti delle idee e dei desideri altrui.
  11. Se proprio non possiamo fare a meno di formulare una critica, è preferibile richiamare l’attenzione sugli errori altrui in maniera indiretta.

Autore: Franco Tacconelli

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