La qualità olfattiva

20 Luglio 2010

romane--conti-per-qualit-Intensità e complessità olfattive, piacevolezza ed eleganza, franchezza e tipicità del profumo del vino: tutto concorre nel creare la qualità olfattiva, che rappresenta la sintesi del giudizio su tutto ciò che il vino ha saputo esprimere nel bicchiere. Ma cosa si intende per franchezza e tipicità del profumo di un vino? La franchezza del profumo di un vino può essere identificata come la chiara definizione di una sfumatura odorosa rispetto alle altre, che spesso si collega anche alla sua tipicità. Il discorso sulla tipicità deve essere un po’ approfondito, perché si riallaccia a due fattori determinanti per il profumo di un vino, che sono la zona e il vitigno. La massima tipicità si riscontra in quelli in cui è chiarissima l’impronta olfattiva del vitigno impiegato e di tutto ciò che è legato al territorio di origine (terreno, clima…). In alcuni casi potrebbe prevalere la personalità del vitigno, in altri -sempre meno frequenti- quella del territorio. Nella valutazione della qualità del profumo del vino entra in gioco la soggettività del degustatore, da intendersi come esperienza e bagaglio di ricordi di vini degustati negli anni. Non si deve infatti confondere la soggettività con la passione e l’affettività, che potrebbero far preferire alcune tipologie di vino, rischiando di falsare le valutazioni, che risulterebbero filtrate in modo eccessivo dai gusti personali. Facendo appello alla memoria delle sensazioni odorose, il degustatore si trova per la prima volta ad esprimere un giudizio, non a scattare una fotografia di una caratteristica intrinseca del vino. È come se di fronte al profumo di un vino, si dovesse realizzare un confronto immediato con le sensazioni percepite in altre degustazione di vini della stessa tipologia. All’inizio non è facile. Si impara velocemente a valutare l’intensità olfattiva e la piacevolezza di un profumo. Tempi più lunghi e numerose degustazione sono invece necessarie per riuscire a individuare le singole sfumature odorose, e soprattutto a esprimere una valutazione che tenga conto della loro franchezza e tipicità, strettamente collegate alla conoscenza dei vini. Il concetto di giudizio emerge in modo chiaro anche nella terminologia. Per la prima volta l’utilizzo di un termine che nella scala si trova al di sotto del abbastanza, esprime una certa valutazione negativa. Se un vino poco consistente può essere piacevole e accettabile, ovviamente considerando la specifica tipologia di riferimento, un vino poco fine non lo sarà mai, perché tutti i vini devono esprimere un profumo gradevole, anche se può essere semplice e poco variegato.

Autore: Tommaso Aniballi

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